8 bartender raccontano perchè la creatività è fondamentale

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Con il lancio di ‘Unlocking creativity’, il primo episodio della terza stagione di Perspectives, abbiamo chiesto a otto bartender da tutto il mondo una domanda semplicissima: la creatività è importante? 

“La gente tende ad associare la creatività esclusivamente a discipline artistiche” –  Keila Urzaiz de Calignon, bartender del Satan’s Whiskers, Londra

Per poter rispondere a questa domanda è fondamentale definire cosa significa “creatività”. Secondo l’Oxford English Dictionary, è: ‘La facoltà di essere creativi, l’abilità o il potere di creare’. Inoltre, il termine ‘creativo’ è definito così: ‘Inventivo, immaginativo; di, relativo a, che dimostra, usa o coinvolge l’immaginazione o idee originali, oltre ad abilità routinarie e intelletto.’ 

Trovo interessante come sebbene queste definizioni siano neutrali, la gente tenda ad associare la creatività esclusivamente a discipline artistiche. È un errore pensare che, per esempio, nel campo della legge o delle scienze non ci sia spazio per la creatività. 

In definitiva, essere creativi significa risolvere problemi, a prescindere dall’ambito: è molto probabile ci troveremo più spesso a copiare e riprodurre vecchi schemi in lavori “creativi”, che trovare nuove soluzioni e strade per affrontare problematiche vecchie, nuove o future. 

L’ospitalità richiede un enorme ammontare di creatività, ma non necessariamente nella misura in cui si pensa: non è solo lanciare un nuovo menu o preparare un cocktail su misura per un ospite. Ogni giorno comporta una nuova sfida che richiede attenzione e reazione: che si tratti di gestire un ospite difficile, portare a termine un turno quando si è sotto di personale o vedere il proprio sistema gestionale andare in tilt proprio nel momento di massima affluenza. Bisogna trovare una soluzione, improvvisare per ogni specifico problema che si presenta. 

A mio avviso, un modo efficace per giudicare le abilità di un professionista nell’ospitalità è osservare come affronta creativamente queste sfide quotidiane, riuscendo a creare un’esperienza che l’ospite vorrà ripetere.

“La creatività può risolvere problemi” – Jad Ballout, co-proprietario di Dead End Paradise, Barcelona & Beirut  

La creatività è senza dubbio il motore che spinge il nostro settore. C’è sempre qualcosa di nuovo che avanza, che sia un bar innovativo, un nuovo stile di miscelazione, una nuova tecnica. Tutti questi progressi non sarebbero possibili senza menti creative che concettualizzino idee lungimiranti e mostrino la loro creatività nei loro bar e nel loro lavoro. Le loro idee creative, combinate con il loro successo, servono da esempi e ispirazione per gli altri bartender. 

Ma sebbene la creatività giochi un ruolo significativo nella nostra industria, non è la sola chiave per il successo. La creatività deve accompagnarsi a buone doti di gestioni, per la combinazione perfetta. Alcune persone possiedono entrambe le caratteristiche, mentre altre cercano dei partner che siano complementari. Ho visto con i miei occhi parecchi modelli di business in cui una persona gestisce solo il lato creativo, e un’altra gestisce solo gli aspetti gestionali. 

Dalla prospettiva del consumatore, la creatività è uno stimolo che lo porta a esplorare esperienze uniche mai provate prima. La creatività può anche risolvere problemi: spesso, quando si affrontano nuove sfide, essere creativi diventa fondamentale per trovare soluzioni, e questo processo è al tempo stesso bellissimo ed efficace. 

“Dobbiamo trarre ispirazione da altri interessi” – Kelsey Ramage, direttrice di Trash Tiki e consulente per Trash Collective, Toronto  

La forma di creatività che più di tutte mescola forma e funzionalità, è secondo me l’architettura. Ma se affidiamo a un gruppo di bartender il compito di disegnare un palazzo, finiremmo sotto le macerie già alla prima sera, o quanto meno ne verremmo fuori piuttosto alticci. 

Detto ciò, come un bartender che sia davvero bravo può parlare ai propri ospiti di argomenti che non riguardino solo il bar, così noi dobbiamo trarre ispirazione da altri interessi. Se gli chef possono ispirarsi ad altre forme d’arte, possiamo farlo anche noi. 

La parte migliore del creare un drink, per me, è lanciarmi in un buco nero nella ricerca su Wikipedia e venirne fuori all’alba dopo aver appreso l’intero ciclo di vita di un’ape, per esempio; oppure trovarmi completamente immersa nella natura e desiderare, in qualche modo, di portare quell’esperienza al bar. 

L’ispirazione è un fattore cruciale, e alla resa dei conti, un buon drink è un buon drink, a prescindere da dove abbia avuto origine. Forse il divertimento dei cocktail sta nel loro essere non necessari, ma servire da momentanea fuga dalle nostre realtà: concentrandoci sui loro sapori e le loro complessità per un breve momento, allo stesso modo in cui l’arte ci porta altrove. 

“Senza creatività non c’è evoluzione” – JJ Hendricks, bartender al Fable, Cape Town

L’essenza della creatività sta nell’abilità di spingerci oltre le regole già stabilite, costringendoci a creare nuovi percorsi e comprendere la nostra individualità. Come bartender, abbiamo il ruolo di artisti e “problem solvers”, combinando la nostra abilità con la creatività e l’innovazione. In questo modo trasformiamo i classici in creazioni interessanti e uniche: senza creatività non c’è evoluzione.

Lavoro in un bar in cui la creatività, sia visiva che nelle nostre ricette, è la forza trainante e va oltre la semplice miscelazione. Durante le preparazioni, proviamo e sperimentiamo metodi alternativi, e pensando in maniera creativa possiamo trovare soluzioni per essere più efficienti o produrre risultati migliori. Quando organizziamo il bar, troviamo nuove modalità per assicurarci velocità, pulizia e il massimo del risultato. Pensiamo in modo creativo quando gestiamo gli scarti per estendere la “shelf life” o creare nuovi ingredienti, guarnizioni, che aumentino la sostenibilità e il profitto del bar.  

Il processo creativo è in costante evoluzione ed è a volte labile. Per di più, la natura sfaccettata della creatività gioca un ruolo importante in ogni aspetto della nostra professione, garantendoci la possibilità di farci comprendere da un pubblico variegato. 

“La creatività è uno strumento sempre presente” – Esther Merino, freelancer nello sviluppo di ricette, fermentazioni, collaborazioni accademiche ed eventi, San Sebastian 

Credo fermamente che la creatività sia indispensabile, in ambito gastronomico. La gastronomia è una delle discipline più complesse e multidisciplinari. Serve come nesso tra biologia, fisica, chimica e scienze sociali. E per questa sua complessità, le possibilità di approccio alla gastronomia attraverso la creatività sono naturali e organiche, fino a essere illimitate. 

Come bartender, la creatività è uno strumento per noi sempre presente. Le nostre attività quotidiane sono una danza delicata; non solo nel miscelare cocktail, ma anche nell’abitare questo mondo di umanità e ospitalità. Fortunatamente, la creatività evolve in varie dimensioni nel nostro quotidiano, e si estende oltre la creazione dei cocktail fino alla realizzazione di un’esperienza per l’ospite.  

C’è creatività anche nel coltivare il proprio team, cercando di creare un ambiente positivo e solido. Si manifesta anche nel nostro impegno verso la sostenibilità, attraverso i nostri sforzi per essere sempre più consapevoli. 

Credo che la creatività, essendo trasversale, permetta al nostro cammino di non avere limiti e di essere gratificante. Il nostro percorso come bartender è l’esempio del potere trasformativo della creatività. È una tela costantemente in espansione, che ci permette di dipingere con innovazione e immaginazione attraverso esperienze di ospitalità.

“Adoro trovare ispirazione nella creatività altrui” – Christine Wiseman, global beverage director di Bar Lab, Miami

Tutto il nostro settore si basa sulla creatività. Vediamo come si svolge quotidianamente, con nuovi bar che aprono, e nuovi menu che vengono proposti da professionisti per i quali significa tanto. Le possibilità sono infinite, se pensiamo a quello che possiamo ottenere.  

Comincio il mio processo creativo volontariamente. A seconda del clima, vado in spiaggia e medito per 15-30 minuti. Mi piace far tacere il rumore e calmare I milioni di pensieri che mi attraversano il cervello. Mi serve per accedere alle varie forme della mia persona: piatti che ho provato, colori, bicchieri, odori, guarnizioni. A volte visualizzo il cocktail che vorrei realizzare e lavoro a ritroso per renderlo realtà. 

Poi inizio a descrivere aromi e sapori che mi piacciono; stili di cocktail (per assicurarmi che il menu sia bilanciato); distillati che voglio usare e inizio a comporre il cocktail. Adoro andare per mercati e trarre ispirazioni dagli ingredienti e dalla creatività altrui. 

Nel corso degli anni la mia creatività è cambiata. Prima creavo cocktail che piacevano solo a me. Una volta tolto l’ego dal processo creativo ho iniziato a comprendere e ascoltare quello che i nostri ospiti abituali volevano davvero. Più recentemente, esprimo la mia creatività nel mio modo di vestire o con i miei gioielli, le mie scarpe e le mie unghie. 

“La mia fiducia nella creatività è aumentata con l’esperienza” – Takuma Watanabe, co-fondatore di Martiny’s, New York City

La creatività è molto importante. Senza creatività e innovazione, la scena del bar non sarebbe quello che è oggi. Certo, devi conoscere i classici e le componenti che li rendono bilanciati, prima di sfogare la tua creatività. Una volta che hai appreso le basi, la creatività gioca un ruolo vitale nel rendere un cocktail delizioso e interessante. 

La mia fiducia nella creatività è aumentata con l’esperienza; vent’anni fa non ero a mio agio con alcune delle tecniche che utilizzo oggi, come chiarificazioni o fat-washing. È importante essere creativi per poter insegnare alle nuove generazioni di bartender come essere sempre attivi. Esplorare nuove combinazioni di aromi e tecniche mi tiene vivo e permette all’ospite di sapere che può sempre trovare qualcosa di nuovo e intrigante sul nostro menu. 

Quando formo il mio team, è difficile insegnare la creatività, ma è composto di persone appassionate e ho fiducia nelle capacità che hanno di esplorare la loro creatività, quando ne hanno la possibilità. Per quanto la creatività sia importante, penso che la passione e la concentrazione per affinare le proprie capacità e tecnica siano le caratteristiche più importanti. 

“La creatività simboleggia sfida e rottura” – Thiago Banares, fondatore di  Tan Tan Group, Sao Paolo

La creatività non è solo importante, è essenziale sia per i bartender che per il settore del bar. È un elemento vitale e un percorso necessario per l’innovazione, il miglioramento dei concetti, delle tecniche, e delle esperienze. 

Per me, la parola “creatività” simboleggia sfida e rottura. È una parola che evoca la sensazione di uscire dalla propria “zona di comfort” e sfidare se stessi, spingendoci a cercare uno scopo che vada oltre le relazioni commerciali del nostro settore. 

Nei miei locali, la creatività è lo strumento più importante per creare soluzioni intelligenti e ottimizzare i processi, così che i bartender possano essere più agili nel preparare i drink e trascorrere più tempo a interagire con gli ospiti. 

Nel mio processo creative utilizzo molto il mio trascorso da chef per portare concetti dalla cucina al bicchiere. Cerco sempre di offrire un menu che abbia concetti esistenti ma con proposte innovative, perché trovo più interessante avere impatto sugli ospiti mostrando loro qualcosa che conoscono, ma da una nuova prospettiva. 

L’abilità di reinventarsi e adattarsi ai nuovi trend è essenziale, e la creatività è il motore di questo spirito di adattamento. In un mondo dove le esperienze sono valutate alla pari dei prodotti, i bar più creativi occupano posizioni di rilievo, perché offrono non solo cocktail, ma esperienze uniche che incantano gli ospiti.